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Archivio di Stato di Modena


Erbario estense

A cura di Cecilia Marchetti

 

La collezione digitale

L’Erbario estense è conservato presso l’Archivio di Stato di Modena e appartiene alla serie Storia naturale del fondo Archivio per materie (già collocato in precedenza nella b. 4 della serie Medici e medicina, è stato solo di recente ricondotto alla sua posizione originaria).

Si ritiene che questo erbario sia stato creato negli ultimi trent’anni del XVI secolo, cioè nel pieno del Rinascimento, quando si affermò in ambito scientifico la pratica di raccogliere collezioni di esemplari vegetali essiccati, noti all’epoca come horti sicci, allo scopo di favorirne la conservazione a lungo termine.

L’autore o gli autori di questo prezioso volume rimangono ignoti, ma è probabile che fossero parte dell’avanguardia scientifica e universitaria dell’epoca. È invece difficile condividere l’ipotesi avanzata a fine Ottocento dai botanici Jules Camus e Otto Penzig, i primi a studiare scientificamente l’Erbario estense, i quali attribuirono la creazione di questo hortus siccus a un semplice giardiniere al servizio della corte ducale.

L’Erbario estense è composto da 183 campioni vegetali interi o parziali, incollati su 147 carte, numerate progressivamente in alto a destra da mano coeva.

Queste carte erano originariamente rilegate in volume, ma negli anni Ottanta del Novecento, per decisione dell’allora direttore dell’Archivio di Stato, Angelo Spaggiari, e grazie all’intervento di Maria Antonietta Labellarte del Laboratorio di restauro, il volume fu sciolto per meglio preservare i campioni botanici. Ad oggi, ogni foglio è stato alloggiato in un contenitore antiacido e protetto da cartelline di carta barriera.

 

Il progetto scientifico

La digitalizzazione dell’Erbario estense è stata preceduta e preparata da un’attenta disamina e catalogazione dei campioni vegetali, durante la quale, grazie all’aiuto del dottor Fabrizio Buldrini, è stato possibile identificare ogni esemplare, riconducendolo alla nomenclatura scientifica attuale.

La successiva attività di metadatazione ha permesso di associare ad ogni campione, oltre ai dati catalografici essenziali, anche informazioni specifiche, quali la nomenclatura scientifica attuale delle singole piante, la denominazione attribuita da Jules Camus e Otto Penzig, il nome originale presente nell’erbario, nonché una descrizione sommaria, basata sullo studio degli stessi Camus e Penzig.

La digitalizzazione integrale dell’Erbario non permette solo di garantirne una migliore conservazione nel tempo, ma, rendendolo accessibile a tutti, offre anche una risorsa inestimabile per approfondire la comprensione della botanica storica e della biodiversità di epoche passate.

 

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