Biblioteca comunale “A. Panizzi” di Reggio Emilia
Dagherrotipi
A cura di Giuseppe Chiavaroli
La collezione digitale
La Fototeca della Biblioteca comunale “A. Panizzi” di Reggio Emilia ospita una preziosa collezione di dagherrotipi, formata nel corso del tempo grazie a donazioni e acquisizioni sul mercato antiquariale. Questa raccolta si pone l’obiettivo di arricchire e documentare la varietà dei procedimenti fotografici storici già presenti nei fondi della Biblioteca. Attualmente, la collezione comprende 108 dagherrotipi di origine italiana, inglese, francese, tedesca e americana, a cui si aggiungono una cinquantina di esemplari recentemente donati dal collezionista e studioso Michael G. Jacob.
Per valorizzare ulteriormente questo patrimonio, è stata creata la mostra virtuale Specchi di memoria. Ordinata per provenienza geografica, la mostra metteva in evidenza non solo i dagherrotipi con autore noto, ma anche quelli anonimi, offrendo una panoramica completa della collezione.
Il progetto scientifico
La collezione è stata catalogata e digitalizzata per consentire un’ampia accessibilità agli utenti, con l’eccezione delle più recenti donazioni, ancora in lavorazione. La metadatazione è stata condotta sulla base dei dati catalografici elaborati dal personale della Biblioteca comunale “A. Panizzi” e attualmente consultabili, insieme alle relative immagini digitali, all’interno della piattaforma digit.a.re (Digital Archives Reggio Emilia). Le immagini e i dati catalografici sono disponibili, inoltre, sull’applicazione europea Daguerreobase, uno strumento innovativo per la catalogazione condivisa dei dagherrotipi in ambito europeo.
Un aspetto rilevante del progetto è la digitalizzazione delle firme, delle iscrizioni e dei marchi di fabbrica presenti sui singoli esemplari. Questo lavoro consente di arricchire le schede catalografiche già esistenti e di offrire a studiosi e appassionati uno strumento di ricerca avanzato. La possibilità di confrontare questi dettagli con altre raccolte online permette di mettere in luce elementi significativi per la storia della dagherrotipia, portando alla ribalta nuove prospettive di studio.
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