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Fondazione Collegio San Carlo (Modena)


Archivio storico del Collegio dei nobili di Modena

A cura di Chiara Albonico e Lorenzo Ferrari (Codice DOI)

 

La collezione digitale

Il Collegio dei nobili di Modena, intitolato a S. Carlo, nacque nel 1626 con l’intento di educare i giovani aristocratici provenienti dal Ducato estense e da altri Stati italiani ed esteri, soprattutto dall’Austria. La Fondazione Collegio San Carlo conserva oggi l’archivio di questa istituzione insieme all’archivio della Congregazione della Beata Vergine e di S. Carlo, che guidava il Collegio stesso e l’Università di Modena fino alla sua statizzazione. L’archivio è composto da un’ampia sezione relativa all’educazione, nonché da memorie, atti amministrativi e legali, cronache e carteggi.

Il carteggio amministrativo del rettore Bonaventura Corti, che dedicò al Collegio quasi trent’anni della propria vita (1777-1806), fa affiorare tutte le difficoltà di un’istituzione di antico regime che si trova a fronteggiare il periodo rivoluzionario e la modernità. Le alterne vicende dei rettori e degli amministratori Giuseppe Fabrizi, Camillo Varisco, Giacomo Pagani, Alessandro Barbieri, Paolo Ambrogio Ceccopieri, Giuseppe Campori, Giacomo Munarini compongono il quadro delle fortune e delle sventure dell’istituzione. Attraverso i documenti redatti dagli impiegati amministrativi – fra essi, il computista Giuseppe Camuri e l’economo Luigi Rubbiani – è possibile ricostruire le carriere e le sorti di molti docenti, come l’insegnante di ballo Carlo Fiorillo, il violinista Giuseppe Sighicelli o il maestro d’armi Paolo Bertelli.

Il carteggio del rettore Corti con le famiglie permette di ricostruire una parte dei contesti, delle vicende e dei legami di parentela connessi con i luoghi di origine dei convittori del Collegio. Le lettere sono scritte e firmate dagli esponenti più in vista della nobiltà dell’epoca, prevalentemente di area lombarda, veneta, emiliana, romagnola e toscana. Le alterne vicende degli archivi delle famiglie dei convittori – in gran parte perduti o di difficile riperimento – conferiscono ulteriori motivi d’interesse alla collezione.

Le cronache, le memorie e i diari redatti da personaggi come Giuseppe Dallamano, Luigi Spallanzani e Pietro Costa Giani fanno emergere un ampio e interessante affresco di storia culturale di Modena dalla seconda metà del Settecento fino agli inizi del Novecento.

 

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